Il fuoco e il fragile

Un rapace osserva il fuoco che devasta l’ambiente – simbolo della natura minacciata

C’è qualcosa che si spezza dentro, ogni volta che vedo un’oasi in fiamme.
E non parlo solo di natura: parlo di quelle oasi interiori, intime, silenziose, dove pensavamo di essere al sicuro.

L’Oasi Lago Salso, proprio accanto alla mia città natale, Manfredonia, è bruciata ancora. Un canneto, poi un’esplosione di fumo, poi le fiamme che corrono come pensieri impazziti. E io che guardo da lontano, impotente, eppure profondamente coinvolta.

Mi chiedo spesso: cosa resta, dopo il fuoco?
A volte, nella tela della vita, restano solo pixel anneriti, altre volte – se si ha il coraggio – si possono ricomporre frammenti nuovi, diversi.
Ma non si torna indietro.

E il cuore fa ancora più male se penso che nella mia Capitanata, nel mio amato Gargano, i fuochi si sono sempre appiccati. Hanno provato più e più volte a bruciare la bellezza di un luogo che, invece, dovrebbe solo riempirci di meraviglia. Come se la bellezza desse fastidio. Come se non riuscissimo a custodirla, mai del tutto.

Lo racconta bene anche questo articolo pubblicato su FoggiaToday, che documenta la portata e le conseguenze dell’ultimo incendio.

E allora perché?

Perché c’è sempre qualcuno che decide di spezzare ciò che non capisce?
Di bruciare ciò che è vivo?
Qual è il senso di un gesto così vigliacco e inutile?
Serve davvero così poco a sentirsi potenti, quando dentro si è così piccoli?

Mi chiedo se, in quel preciso momento in cui accendono un fiammifero o innescano un ordigno, sentano almeno un minimo di vergogna.
O se, più probabilmente, l’arroganza abbia ormai divorato anche il cervello.

Ci sarà mai una giustizia capace di restituire ciò che è andato perso?
O ci resterà solo da raccogliere frammenti, ancora una volta, cercando di capire dove abbiamo fallito – tutti?

Le fiamme non distruggono solo la materia

Bruciano confini.
Mettono a nudo la fragilità del nostro sistema – ambientale, politico, emotivo.
Ci ricordano che la bellezza non è eterna, e che proteggerla richiede più attenzione, più amore, più responsabilità. Non solo a parole.

E tu? Cosa provi quando vedi andare in fumo un luogo che ami, o un’idea di bellezza che credevi intoccabile?

📌 Questa riflessione fa parte della mia rubrica Pixel in libertà, un diario visivo e scritto fatto di pensieri sparsi e immagini composte, nato per guardare il mondo senza filtri, ma con tutte le sue sfumature.

📎 La prima immagine utilizzata in questo articolo è tratta da Antennasud.com e mostra un rapace in primo piano con le fiamme sullo sfondo, simbolo potente della natura minacciata.

Dettaglio pittorico astratto con colori accesi e frammentazione urbana, evocazione simbolica del fuoco
Città rossa, calore e rovine
Write a comment